Menu principale:
Le più comuni maschere del Carnevale Veneziano: la Bautta e la Moretta.
Bautta
La Bautta nel 1600 faceva parte della vita quotidiana di Venezia, era la più tollerata delle maschere, un abito di moda universale, usato in ogni stagione ad eccezione del periodo di quaresima.
Portata indistintamente da uomini e donne di ogni ceto e condizione, essendo medesima la foggia, poteva succedere che si trovassero assieme “la più grande nobiltà, la plebe più vile, e i delatori più insigni”.
L' utilizzo unisex risultava particolarmente gradito alle signore dedite al gioco d'azzardo o ad appuntamenti notturni illeciti.
La forma a becco della sua parte inferiore permetteva di mangiare e bere (e non solo!) senza doverla togliere, oltre a modificare la voce. Un travestimento completo, per diventare qualcun altro, mischiarsi con gli aristocratici e dare libero sfogo alla propria sete di libertà.
Moretta
La Moretta: un’apparizione misteriosa e altrettanto inquietante e silenziosa, che crea volutamente delle attese. La tradizione la vuole sostenuta sul viso mediante un bottone tenuto fra i denti.
La maschera della “servetta muta” ha origini francesi; mette in risalto i lineamenti del volto femminile e la carnagione chiara, dote che la rende subito popolare anche a Venezia.
La Moretta è, in effetti, anche arma di seduzione, che rende la donna intrigante e piena di segreti. Perché, impedendole di parlare, le offre l’occasione di valutare a chi rivolgere la parola, di svelare, cioè, il proprio volto e i propri sentimenti. Ma soltanto a chi lei desidera.